Gli ordini cavallereschi sono stati e sono l’espressione visibile e tangibile dei più alti fra i sentimenti che possono albergare nell’animo umano: fortezza, spirito di sacrificio, valentìa, fedeltà all’idea e alla parola (Gabriele D’Annunzio).

ORDINE AL MERITO DELLA REPUBBLICA ITALIANA

Cavaliere dell'ORDINE AL MERITO DELLA REPUBBLICA ITALIANA (Italia)

L'ORDINE. L'Ordine al Merito della Repubblica Italiana è considerato il primo fra tutti gli Ordini nazionali; i colori dell'ordine sono il verde e il rosso, come quelli della nostra bandiera. L'Ordine, a capo del quale è il Presidente della Repubblica, è retto da un Consiglio composto da un Cancelliere, che lo presiede, e da dieci membri; la sua Cancelleria ha sede a Roma in Via del Quirinale 30. Attualmente è articolato nei gradi onorifici di: Cavaliere di Gran Croce, Grande Ufficiale, Commendatore, Ufficiale e Cavaliere; per premiare altissime benemerenze di uomini eminenti, italiani e stranieri, al Cavaliere di Gran Croce può essere conferita eccezionalmente la decorazione di "Gran Cordone". L'Ordine può essere conferito solo a persone che abbiano compiuto il 35° anno di età ed a nessuno può essere conferita, per la prima volta, un'onorificenza di grado superiore a quella di Cavaliere. Dopodichè, per il conferimento di un’ onorificenza di grado superiore, è prevista la permanenza di tre anni nel grado inferiore.

LA STORIA. La storia dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana è una storia molto recente, dato che è stato istituito con la Legge n. 178 del 3 marzo 1951 ed il suo Statuto è stato approvato l'anno successivo, con il D.P.R. del 31 ottobre 1952. Con un altro D.P.R., il n. 173 del 30 marzo 2001, le insegne dell' Ordine al merito della Repubblica Italiana sono state rinnovate, ma le precedenti insegne possono, comunque, essere portate liberamente.

L'OBIETTIVO. L'Ordine, sulla base del suo statuto, è destinato a "ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, della economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari". Nel caso specifico, su proposta del Sindaco di Pozzolo Formigaro, Dr. Domenico Miloscio, e dell'ex Prefetto di Alessandria S.E. Dr. Antonio Apruzzese (in carica fino al dicembre 2019), l'onorificenza è stata concessa al sottoscritto il 27.12.2019 per il servizio untratrentennale in favore della salute dei cittadini pozzolesi in qualità di Medico di Famiglia e per aver contribuito a ripulire la provincia di Alessandria dai cosiddetti "falsi invalidi", nell'ambito di due campagne ministeriali, ricoprendo per quasi dieci anni il ruolo di Presidente della Commissione Medica di Verifica del Ministero dell'Economia e delle Finanze, fino alla sua scomparsa "ex-lege".

ORDINE EQUESTRE DEL SANTO SEPOLCRO DI GERUSALEMME

Grande Ufficiale dell'ORDINE EQUESTRE DEL SANTO SEPOLCRO DI GERUSALEMME (Vaticano)

L'ORDINE. L'Ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro è un'ordine di collazione pontificia ed è attualmente l'unico ordine cavalleresco militante della Santa Sede. Si tratta di un'associazione pubblica di fedeli, eretta dalla Santa Sede a norma del codice di diritto canonico del 1983, con personalità giuridica canonica e civile, a cui è stata affidata dal Papa la missione speciale di assistere la Chiesa di Terra Santa e di rafforzare nei suoi membri la pratica della vita cristiana. A capo dell'Ordine, dal 1496, si trova il Sommo Pontefice, che dal 1949 ha delegato a rappresentarlo in tale istituzione un cardinale del collegio cardinalizio, col titolo di Gran Maestro. L'attuale Gran Maestro dell'Ordine è dal l'8 Dicembre 2019 S.E. il Cardinale Fernando Filoni. Va ricordata l'antica tradizione pontificia che conferiva ai cavalieri dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme il titolo, concesso dal Santo Padre quale Capo dello Stato Vaticano, di Conte Palatino, ovvero di Membro della Contea del Sacro Palazzo Lateranense. L'insignito ha diritto di sospendere l'insegna dell'Ordine del Santo Sepolcro alle proprie armi di famiglia con modalità diverse a seconda del grado conferitogli (Cavaliere, Commendatore, Grande Ufficiale, Cavaliere di Gran Croce e Cavaliere di Collare).

LA STORIA. Alla fine della Prima Crociata, dopo la presa di Gerusalemme, i Canonici regolari del Santo Sepolcro di Gerusalemme vennero istituiti per mantenere la cura della rinnovata Chiesa sul luogo della sepoltura di Cristo. Gli uomini incaricati della sicurezza e della difesa del posto e della comunità di canonici ivi presente vennero definiti Milites Sancti Sepulchri. La fondazione dell'Ordine viene tradizionalmente fatta risalire all'anno 1099 sotto la guida del Duca della Bassa Lorena Goffredo di Buglione, definito Advocatus Sancti Sepulchri (Difensore del Santo Sepolcro), uno dei capi più insigni della Prima Crociata e primo regnante del Regno di Gerusalemme (regnabat: 1099-1100). Il motto dei cavalieri era, ed è ancor oggi: "Deus lo vult"! Il nome dell'Ordine e dei suoi cavalieri è mutato nel corso dei secoli, da Milites Sancti Sepulcri a Sacro Militare Ordine del Santo Sepolcro. L'attuale denominazione è stata data il 27 luglio 1931 ed è quella di Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme con decreto della Sacra Congregazione del Cerimoniale della Santa Sede; il termine "equestre" è stato adottato proprio per sottolineare il fatto che l'ordine è considerato un ordine cavalleresco.

L'OBIETTIVO. Trattandosi di un'associazione laicale che si autofinanzia con i contributi dei membri, l'Ordine richiede una contribuzione annuale ai progetti che vengono finanziati per sostenere con varie iniziative la Terra Santa e in particolare il Patriarcato latino di Gerusalemme, tra le quali la costruzione e la manutenzione di asili, scuole, ospedali, chiese, seminari, borse di studio per studenti bisognosi e particolarmente meritevoli. Per disposizione della Sede Apostolica, l'unico preposto all'utilizzo e alla distribuzione dei fondi raccolti dall'Ordine è proprio il Patriarcato. Gli appartenenti attivi dell'Ordine, cioè di coloro che partecipano alla sua vita nell'impegno di servizio e di carità assunti all'atto dell'ammissione, sono oggi distribuiti in tutti i continenti.

SACRO MILITARE ORDINE COSTANTINIANO DI SAN GIORGIO

Cavaliere di Grazia del SACRO MILITARE ORDINE COSTANTINIANO DI SAN GIORGIO (Italia))

L'ORDINE. Il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio è un ordine religioso cavalleresco di collazione le cui origini, per tradizione, vengono fatte risalire all’Imperatore Costantino; è perciò considerato il più antico ordine cavalleresco della cristianità, nonché il più antico in assoluto. La Santa Sede, in varie occasioni, riconobbe la legittimità della continuazione dell’ordine sotto il Gran Magistero del Capo della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie e lo fece esplicitamente e chiaramente con il Monitorium del 19 dicembre 1763 di Clemente XIII. Attuale Gran Maestro è S.A.R. il Principe Carlo di Borbone delle Due Sicilie, Duca di Castro, successore del Suo Augusto Genitore il Principe Ferdinando (1926-2008) successore del Suo Augusto Genitore il Principe Ranieri (18831973), a sua volta successore del Suo germano, il Principe Ferdinando Pio (1869-1960) che aveva ereditato la Suprema Dignità da S.A.R. il Conte di Caserta Alfonso di Borbone (1841-1934), fratello di S.M. Francesco II, ultimo Re di Napoli. Al Principe Carlo va ascritto il merito di ulteriore incremento delle attività dell’ordine con la nascita di nuove Delegazioni, il riconoscimento delle attività dei Cavalieri e delle Dame Costantiniani da parte dei governi di numerose nazioni nel mondo e soprattutto l’ingresso dell’antichissima Istituzione equestre nel Consiglio Economico e Sociale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ECOSOC dell’O.N.U) nel luglio 2011. I Cavalieri e le Dame sono divisi in tre categorie: Giustizia, Grazia e Merito; i Cavalieri di Giustizia e di Grazia appartengono al rango nobiliare dopo giudizio positivo dell'apposita Commissione Magistrale. Lo Stato Italiano ha sempre riconosciuto formalmente la legittimità dell’Ordine come "ordine dinastico non nazionale" e, dal 1963, autorizza i cittadini italiani a fregiarsi delle decorazioni del medesimo ai sensi dell’art. 7 della Legge 178 del 3 marzo 1951. La Croce del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio è di oro gigliata, smaltata di color porporino, a forma greca, caricata alle quattro estremità dalle lettere I.H.S.V. ("In Hoc Signo Vinces") e nel centro ha il Cristogramma XP e, sui bracci della Croce, ha le lettere greche Alfa ed Omega. Il nastro dell'Ordine è di seta ondata celeste. La bandiera è in stoffa di colore bianco, di forma quadrata ed ha ricamato al centro, in entrambi i campi, la Croce Costantiniana. L’asta è fasciata di velluto rosso ed ornata di bullette di ottone dorato linea spirale. Le freccia è a forma di lancia con una costolatura verticale in rilievo in ambo i lati.

LA STORIA. La tradizione vuole che a fondare l'Ordine sia stato l'imperatore Costantino, dal quale sarebbe stato costituito dopo la vittoria contro Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio, successo ottenuto grazie al favore divino manifestatosi con l'apparizione in cielo della croce accompagnata dalla scritta: “In hoc signo vinces”. Il simbolo era XP cioè le iniziali di Cristo in greco. Vinta la battaglia, egli affidò a 300 cavalieri l'onore di portarne avanti il ricordo, insieme alla difesa del Cristianesimo nei secoli a venire. Il più antico documento conosciuto, relativo ai Cavalieri Costantiniani, risale al 1190 ed è lo statuto riformato dall’Imperatore d’Oriente Isacco IV Angelo Flavio Comneno. Il Gran Magistero passò di padre in figlio nella dinastia dei Comneno fino all’ultimo di loro, il quale, per evitarne l’estinzione in mancanza di successori, lo trasferì al Duca di Parma Francesco Farnese. Il passaggio fu sanzionato con la bolla “Sincerae Fidei” del 24 ottobre 1697 da Papa Innocenzo XII. Il Papa Clemente XI, già Cardinale Protettore dell’Ordine, con la bolla “Militantis Ecclesiae” del 27 maggio 1718, pose l’Ordine sotto la protezione della Santa Sede e accordò privilegi abbaziali al Gran Priore. Antonio Farnese, ultimo Duca di Parma, trasferì la suprema dignità dell’Ordine a Carlo di Borbone, figlio della nipote Elisabetta Farnese e di Filippo V Re di Spagna che, salito al Trono di Napoli, vi stabilì la Sede dell’Ordine e nel 1759 trasferì i suoi diritti al figlio Ferdinando IV. A lui succedettero Francesco I (1825 1830), Ferdinando II (1830-1859) e Francesco II (1836-1894), ultimo Re delle Due Sicilie. L’unificazione italiana privò l’Ordine Costantiniano dei suoi beni materiali, ma la Real Casa di Borbone delle Due Sicilie ne conservò il Gran Magistero poiché esso costituisce un Ordine Dinastico Familiare.

L'OBIETTIVO. Il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio si propone la glorificazione della croce, la propagazione della fede cattolica e la difesa di Santa Romana Chiesa, cui è strettamente legato; infatti la condizione necessaria per divenire membri dell'Ordine è quella di professare la religione cattolica apostolica romana. Precipuo dovere dei Cavalieri Costantiniani è quello di vivere da perfetti cristiani, associandosi a tutte quelle manifestazioni che concorrono all'incremento dei principi religiosi e cooperando con tutti i mezzi affinché si ridesti nella pratica la vita cristiana. L'Ordine si propone inoltre di dare il suo maggior contributo d'azione e di attività alle due grandi opere sociali: quella dell'assistenza ospedaliera e quella della beneficenza.

ORDINE DI VITÉZ

L'ORDINE. La creazione di quest'Ordine, che viene concesso in un'unica classe, risale al 1920; per le sue particolarità intrinseche e per la parsimonia con cui è sempre stato concesso è oggi uno degli Ordini più ambiti, particolarmente dai militari, perchè dalla fondazione ha sempre avuto una connotazione tipicamente militare, tanto che la suprema autorità viene chiamato Capitano generale (Fõkapitány) dell’Ordine. Dal 1977 il titolo di Capitano generale dell'Ordine (non di gran maestro, che sarebbe invece consono ad un sovrano) è ricoperto dall’Arciduca Joseph Karl von Habsburg-Lothringen, Arcidica d'Austria e Principe Reale d'Ungheria. Attualmente i membri dell’Ordine ammontano al numero di circa mille.

LA STORIA. L’accezione contemporanea è quella di tradurre l’Ordine dei Vitéz come Ordine degli eroi di Ungheria; l'ordine ha praticamente costituito una nuova classe sociale (élite di eroi) che era ereditaria e ciò venne a creare un vincolo molto forte con la nazione ungherese e con le sue autorità. La sua particolarità è quella di ispirarsi alle più antiche concezioni legate alla creazione del cavaliere, che aveva un effetto nobilitante per l’investito e poteva essere a carattere ereditario con la concessione di un possesso terriero. La concessione del titolo di "vitéz" aveva proprio una caratteristica di ereditarietà, tanto che esso poteva passare al primo figlio maschio all’età di 17 anni, se questi era fisicamente e mentalmente sano; inoltre poteva essere considerato simile ad un titolo nobiliare addirittura feudale, in quanto l’insignito riceveva una concessione di circa 10 ettari di terra (quasi 5500 Vitéz ricevettero concessioni di terra ed in totale le terre che furono assegnate ammontavano all’incirca a 88.000 ettari). Nel XX secolo i requisiti per ottenere il titolo risiedevano nell’avere ottenuto medaglie al valore concesse dall’Impero Asburgico, in relazione ad avvenimenti legati alla Grande Guerra. E tali requisiti restarono in vigore per molto tempo fino a quando le concessioni seguivano l’aver ottenuto medaglie al valore durante la II Guerra Mondiale. Meritevole di particolare attenzione è anche il numero crescente degli ammessi nel novero degli insigniti, che durante la rivolta del 1956 nella lotta per la libertà hanno dato prova di eccezionale coraggio davanti a spesso pericoli mortali. Oggi, tra i vitéz contemporanei, è caduto l’uso della concessione terriera, ma persiste quello dell’ereditarietà. Il termine vitéz, che l’insignito antepone al cognome (va ricordato che nell’uso ungherese questo precede sempre il nome) è traducibile con molti vocaboli diversi, ma di contiguo significato, se non sinonimi; l’Ordine infatti non concede il titolo di cavaliere, ma quello di "vitéz", che può essere tradotto con sostantivi quali: il guerriero, il combattente, il campione, il cavaliere, l’eroe; e come aggettivo: il valoroso, il prode, il coraggioso.

LE INSEGNE. Il Vitézi Rend (Ordine di Vitéz in ungherese) è rappresentato da un distintivo consistente in una placca, che veniva indossata per rendere visibile l’appartenenza all’Ordine, il cosiddetto vitézi jelvény (distintivo di eroi/cavalieri). L’insegna è un medaglione a forma di scudo in smalto blu recante al centro uno scudo minore partito in due sezioni, quella a sinistra a strisce bianche e rosse orizzontali e quella a destra con lo stemma di Ungheria, affiancato da foglie di quercia in smalto verde (a sinistra) e da spighe di grano dorate (a destra) e sormontato dalla corona di Ungheria poggiante su un disco solare bianco dal quale si irradiano dei raggi dorati. Sullo scudo centrale è poggiata una spada posta verticalmente. Pertanto il simbolo della guerra, il coraggio, la terra e la nazione ungherese formano una perfetta unione con le idee che sottendono l’ordine. La spada è uno dei simboli più rappresentativi dell’Ordine dei Vitéz è quella con cui vennero insigniti i primi “eroi” nella cerimonia avvenuta nel 1921 nella città di Székesfehervar, scelta da Horthy e ricostruita per quella occasione, in quanto lì furono incoronati e sepolti i primi re ungheresi. Per molti anni un segno di ulteriore distinzione oltre alla placca fu l’anello di Vitéz, che dal 1998 è stato sostituito con la croce di Vitéz, rappresentante la più importante decorazione dell’Ordine attualmente concessa soltanto ad undici personalità.

OBIETTIVO. L'Ordine di Vitéz costituisce ancor oggi una distinzione onorifica unica per la sua originalità, in vita sia in Ungheria che all’estero, e sia tra gli ungheresi espatriati che tra quelle personalità straniere che si sono distinte nel rispetto e nel sostegno della cultura magiara. L'obiettivo è quello di mantenere in vita l’orgoglio ungherese, con la crerazione, di fatto, di una classe sociale, che può essere definita, a tutti gli effetti, come una “élite di eroi”, ereditaria e fortemente legata alla nazione ungherese ed alle sue autorità. Attualmente l’Ordine di Vitéz si è strutturato in più aree geo-culturali, in quanto sono molti gli ungheresi insigniti che vivono fuori dall’Ungheria, così come l’Ordine ha inteso allargare la concessione della prestigiosa distinzione onorifica a personalità di altre nazionalità, che operano in uno spirito di cooperazione culturale e di rispetto e condivisione degli ideali che caratterizzano la storia e il retaggio della secolare tradizione magiara. Oggi i membri dell’Ordine sono circa mille e divisi in varie aree di competenza, tra cui Ungheria, Europa e Africa, il cui capitano è stato fino al 2013 Tivdar vitéz Berkovits, recentemente scomparso, ed è ora Ferencz vitéz van Nie. Nel 2013 è nata l’area Sud Europa, che raccoglie i Vitéz di Italia, Spagna e Portogallo, il cui capitano è il nobile Guido Peter vitéz Broich. C’è da notare che la comunità di Vitéz italiani è la maggiore fuori dall’Ungheria e questa particolare attenzione per l’Ordine, e la conseguente crescita dell’area sud-europea, ha giustamente portato alla creazione di una Capitanía.

ORDINE REALE E MILITARE DI S. GIACOMO DELLA SPADA

Cavaliere professo dell'ORDINE REALE E MILITARE DI S. GIACOMO DELLA SPADA (Portogallo)

L'ORDINE. Il Real Ordem Militar de S. Thiago da Espada è uno dei più prestigiosi ordini dinastici portoghesi, staccatosi nel 1290 dall'Ordine di Santiago, ancor oggi esistente sotto la Corona spagnola, con cui condivide alcune prerogative per l'ammissione (essere cattolico praticante, essere figlio legittimo dei genitori, i quali a loro volta devono essere figli legittimi e lo stesso requisito è richiesto per i nonni; e non si deve discendere da non-cristiani). E' un ordine supremo, al pari dell'Ordine Reale del Cristo o dell'Ordine della Santissima Annunziata e, come tutti gli ordini supremi, viene concesso molto raramente ed in classe unica (Cavaliere professo).

LA STORIA. L'Ordine di Santiago ebbe origine nella regione di Castiglia e León nel 1171 circa come ordine cavalleresco di protezione per i pellegrini che si recavano a Santiago di Compostela in Galizia per la venerazione del santuario omonimo. Come già accennato, il ramo portoghese dell'ordine venne fondato nel 1290 da Re Dionigi e confermato dalla Chiesa cattolica con risoluzione di Papa Giovanni XXII del 1320. Il distacco fu dovuto principalmente alla distanza tra il Portogallo e la sede spagnola dell'Ordine e dalla necessità in quegli anni di combattere contro i Mori. Nel 1910, quando ebbe fine la monarchia portoghese, la repubblica abolì tutti gli ordini cavallereschi ad eccezione dell'Ordine della Torre e della Spada; per cui anche l'ordine di Santiago cadde in relativo disuso. Fu ripristinato agli inizi del XXI secolo da SAR Dom Pedro de Mendoça Bragança e Bourbon, che ne mantenne le caratteristiche militari, nonostante si tratti ormai di un "ordine di merito".

L'OBIETTIVO. Attualmente l'Ordine viene concesso in classe unica, e molto raramente, da SAR Dom Pedro José de Mendoça Bragança e Bourbon, Duca di Loulé e Capo della Real Casa del Portogallo, che ne è il Gran Maestro, sia a portoghesi che a stranieri per riconoscere i meriti acquisiti nei confronti della Real Casa di Portogallo; la Repubblica del Portogallo riconosce un ordine simile per premiare persone che si distinguono in campo scientifico, letterario ed artistico, ma le insegne sono diverse.

REALE ORDINE DELLA CORONA DI GEORGIA

Cavaliere di Gran Croce del REALE ORDINE DELLA CORONA DI GEORGIA (Georgia)

L'ORDINE. Il Reale Ordine delle Corona di Georgia è un ordine dinastico supremo della Real Casa di Georgia, concesso dal suo legittimo pretendente al trono con il solo grado di Cavaliere di Gran Croce. L'insegna dell'ordine è costituita da una placca d'argento con al centro una croce rossa, leggermente ricurva, bordata di smalto bianco; al centro della croce c'è un cerchio in cui è rappresentata la bandiera georgiana e su di essa la corona reale in oro, a sua volta contenuta all'interno di un cerchio blu. Su ciascuna delle intersezioni delle braccia della croce compaiono 7 strisce d'argento.

LA STORIA. L'ordine è stato creato dal Principe di Georgia Davit Bagration-Mukhraneli, che ne è il Gran Maestro; esso viene da lui concesso "motu proprio" per compensare correttamente i seguaci della Causa Monarchica Georgiana, che si sono meritati una speciale ricompensa per il loro straordinario ed eccezionale contributo al suo potere monarchico.

L'OBIETTIVO. Attualmente l'Ordine Reale della Corona di Georgia viene riconosciuto ai devoti della causa nazionale georgiana e della sua monarchia tradizionale, i quali debbono mostrare una condotta di fedeltà al legittimo pretendente, evitando di appartenere o sodalizzare con associazioni che ne siano in contrasto, come quelle che sostengono altri non legittimi pretendenti al trono.

 

ORDINE DELL'AQUILA E DELLA TUNICA SENZA CUCITURE DI NOSTRO SIGNORE GESU' CRISTO

Cavaliere di Gran Croce dell'ORDINE DELL'AQUILA E DELLA TUNICA SENZA CUCITURE DI NOSTRO SIGNORE GESU' CRISTO (Georgia)

L'ORDINE. Si tratta di un ordine dinastico famigliare concesso dalla Real Casa di Georgia; fondato dalla Regina Tamar (1184- 1213) e poi caduto in disuso, fu ricostituito nel 1939 dal nonno dell'attuale Capo della Real Casa, SAR Iraklij Bagrationi Mukran. E' attualmente l'ordine principale di Casa Bagration ed è anche il più alto riconoscimento concesso dal Principe di Georgia Davit Bagration-Mukhraneli, che ne è il Gran Maestro; si tratta dell'unico ordine georgiano attualmente riconosciuto dall'ICOC (Commissione internazionale permanente per lo studio degli ordini cavallereschi).

LA STORIA. La Santa Regina Tamar costituì questo ordine cavalleresco al fine di fornire un aiuto per l'Impero di Trebisonda; gli diede come simboli la Tunica di Nostro Signore e l'aquila bicipite ad una sola testa, per distinguerla da quella bicefala dell'Impero di Trebisonda. L'ordine fa riferimento alla Sacra Tunica che Nostro Signore indossò durante il suo martirio, che come dice il Vangelo era senza cuciture e, poichè non potè essere divisa, fu sorteggiata tra loro dai soldati romani. La tunica fu portata in Georgia da Eliozar, rabbì della comunità giudaica di Mtskheta, che l'aveva acquistata dal soldato che l'aveva vinta e si era poi trasferito in Georgia prima dell'anno 70 d.C. Essa è attualmente conservata sepolta nella cattedrale di Svetitskhoveli, a fianco delle insegne del Re Davide.

L'OBIETTIVO. Attualmente l'Ordine viene concesso non solo ai membri di famiglie reali, ma anche a coloro che il Gran Maestro vuole premiare per le loro particolari qualità. Per entrare nell'Ordine è necessario professare la fede in Cristo, essere onesti e di integri costumi, e dimostrare attaccamento alla Georgia ed alla causa della sua monarchia, che prevede anche il lavoro umanitario e volontario intrapreso dalla "The Prince Irakly Bagration Foundation" a favore degli espropriati rifugiati in Georgia.

REALE ORDINE DELLA CORONA DEL LAOS

Cavaliere di Gran Croce del REALE ORDINE DELLA CORONA DEL LAOS (Laos)

L'ORDINE. Il Nobile Ordine della Corona (Itsariyaphon Mongkut Kattiyaphon), oggi Reale Ordine della Corona del Laos, è il secondo ordine come importanza tra gli ordini laotiani ed è stato fondato dal re Savang Vathana nel 1962 come ordine di merito generale aperto a tutti i cittadini del Laos. La decorazione, dai tipici tratti orientali, è costituita da un centro in smalto rosso, circondato da uno spesso bordo dorato, in cui sono rappresentate le braccia reali, costituite da un elefante a tre teste. L'elefante è rappresentato su una base di gradini con gli ombrelloni reali ai lati, la corona laotiana sul capo ed un alone sospeso sopra di essa; il retro della decorazione è invece vuoto.

LA STORIA. L'Ordine è oggi concesso da SAR il Principe (Anga Sadet Chao Rajadhanadha) Sulinga Varman Savangsa (detto anche in altra lingua Soulivong Savang), della dinastia Khun Lo, che è l'attuale capo della Real Casa del Laos; questi è il figlio maggiore di S.A.R. il Principe ereditario (Anga Mahkuta Rajakumara) Varman Savangsa (Vong Savang) e S.A.R. la Principessa ereditaria (Anyi Mahkuta Raja Kumari) Manikyalan. E' diventato Capo della Casa alla presunta morte di suo nonno nel marzo 1980. Purtroppo il 3 agosto 1981 dovette fuggire in Thailandia dal Laos comunista, attraversando il fiume Mekong su una zattera di tronchi di palma di banane e successivamente si stabilì in Francia con altri membri sopravvissuti della famiglia reale del Laos.

L'OBIETTIVO. Oggi l'Ordine della Corona è gestito dal Royal Institute of Royal Lao Orders and Decorations ed è assegnato nelle tradizionali cinque classi europee (Gran Croce, Grande Ufficiale, Commendatore, Ufficiale e Cavaliere). Questo sistema premiale, come tutti gli ordini laotiani, viene oggi concesso come riconoscimento a coloro che supportano i diritti civili e lo sviluppo del Laos, ma soprattutto, nei suoi gradi più alti, per premiare tutte quelle persone che vengono ritenute particolarmente meritorie nei confronti della corona dal Capo della Real Casa S.A.R Soulivong Savang.

ORDINE REALE E MILITARE DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE DI VILLAVICIOSA

Grande Ufficiale dell'ORDINE REALE E MILITARE DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE DI VILLAVICIOSA (Portogallo)

L'ORDINE. Il Real Ordem de Nossa Senhora da Conceição de Vila Viçosa è uno dei più ambiti ordini cavallereschi portoghesi, anche se non è il più importante; ma è forse l’ordine dinastico con le insegne più belle oggi esistenti nel vecchio continente. Fu istituito da Re Giovanni VI di Portogallo il 6 febbraio 1818 nel giorno della sua acclamazione a Rio de Janeiro, in Brasile; successivamente, il 10 settembre 1819, il Re lo dotò dei suoi primi statuti.

LA STORIA. Fu istituito in onore dell'Immacolata Concezione di Vila Viçosa, onorata nel Santuario Nazionale di questo comune portoghese di circa 5000 abitanti situato nel distretto di Évora, che il 25 marzo 1646 il Re Giovanni IV, fondatore della dinastia di Braganza, dichiarò patrona del Regno, incoronandola con la corona reale del Portogallo. Per indicare simbolicamente che la Madonna era diventata la vera Signora e Regina del Portogallo ("Padroeira do Reino"), Giovanni IV depose la corona e, da quel momento in poi, né lui, né alcun altro Re del Portogallo la indossò più. Sino alla caduta della monarchia, e quindi sino all’ultimo sovrano Manuel II, mandato in esilio dai repubblicani, la proclamazione regia avvenne sempre per acclamazione e la corona, unita allo scettro, fu sempre posta accanto al Monarca, mai in testa. Diversamente si sarebbe trattato di un’usurpazione dei legittimi diritti della Beata Vergine Maria!

L'OBIETTIVO. L'obiettivo del Re, che era il Gran Maestro del nuovo ordine, nato inizialmente come ordine militare, era quello di rendere omaggio alla Madre di Dio per aver preservato il Portogallo come paese indipendente, dopo che le guerre napoleoniche lo avevano devastato, al pari dell'Europa. L’Ordine  mirava a premiare le persone che avevano contribuito ad espellere dal Portogallo gli eserciti dell'imperatore Napoleone I e a distinguere coloro che si battevano per l'indipendenza del Portogallo. Oggi l’Ordine viene concesso non solo a nobili ed a personalità di spicco delle varie case regnanti, ma anche a coloro che hanno effettuato servizi eminenti per la Casa Reale del Portogallo. Il grado di Cavaliere conferisce solo la "Nobilità personale", mentre i gradi di Commendatore, di Grande Ufficiale e quello di Gran Croce conferiscono la trasmissione ereditaria del titolo di "Fidalgo" della Casa Reale del Portogallo, titolo molto simile alla nostra nobiltà e trasmissibile ai propri figli (od in alternativa ai nipoti, ma con atto notarile).

VENERABILE ORDINE PATRIARCALE DI SANT'IGNAZIO D'ANTIOCHIA

Grande Ufficiale del VENERABILE ORDINE PATRIARCALE DI SANT'IGNAZIO D'ANTIOCHIA (Libano)

L'ORDINE. Il Venerabile Ordine Patriarcale di Sant'Ignazio d'Antiochia è un Ordine di merito della Chiesa cattolica antiochena siriaca, che si inserisce a pieno titolo nel patrimonio della Chiesa Cattolica universale; si tratta di un ordine di provata legittimità. Esso è posto sotto il celeste patronato del Santo Vescovo, che nell’anno 107 rese una splendida testimonianza d’amore e di fedeltà a Cristo, affrontando il martirio "ad bestias" nell’anfiteatro Flavio. Si tratta di un'istituzione con una precisa missione: la glorificazione della S. Croce, la propagazione della fede cattolica ed il sostegno della S. Chiesa nel Patriarcato Antiocheno dei Siri, che estende la sua autorità spirituale sul vastissimo territorio dell’antica provincia romana imperiale di Siria, dal Bosforo al Golfo Persico. Gli insigniti hanno il diritto di declinare pubblicamente le loro qualifiche cavalleresche e, se dispongono d'un proprio stemma araldico, possono accollarlo alla croce patriarcale. Il Gran Maestro dell'Ordine è S.B. Ignatius Youssif III Younan, Patriarca d'Antiochia dei Siri.

LA STORIA. Nel 1985 il Patriarca Mor Ignazio Antonio II Hayek, confortato dal consenso del S. Sinodo e dall’avallo del Collegio dei Periti dell’uno e dell’altro Diritto, in accoglimento delle istanze, nel nome della SS. Trinità ed in virtù della sua autorità Patriarcale e delle sue prerogative di Capo della Nazione Sira, in forza della giurisdizione civile riconosciuta ai Patriarchi Siri Cattolici dal Sultano Abdel-Magid con la Bara’At dell’8 maggio 1845 (29 RABI’-II-1261 dell’Egira) e degli Istituti personali vigenti, istituì l'Ordine Patriarcale di Sant'Ignazio d'Antiochia che, come la Procura d’Antiochia dei Siri presso la Santa Sede ha confermato in questi giorni, è un Ordine di merito della Chiesa cattolica antiochena siriaca.

L'OBIETTIVO. Gli insigniti hanno il dovere di mettere in pratica, con coerenza e costanza, l’insegnamento di Cristo e d’operare, con umiltà e perseveranza, per il raggiungimento degli scopi dell’Ordine. Ne deriva direttamente il bisogno di contribuire alla promozione della pace religiosa e dell'intesa civile fra le popolazioni dell'Oriente; di prestare loro soccorso nella difesa dalla violenza; di operare per la conservazione e la propagazione della Fede in Terra Santa e in tutto l'Oriente; di aiutare le attività del Patriarcato antiocheno dei Siri sovvenendone le scuole, i seminari, i monasteri, le istituzioni culturali, le attività d'apostolato sociale e religioso e le attività assistenziali ospedaliere e caritatevoli. I fini di quest’Ordine vengono perseguiti con la preghiera individuale e collettiva e con la partecipazione a tutte le iniziative prese dagli organi centrali, realizzate dai dipendenti organismi periferici. Per il conseguimento delle sue finalità, l’Ordine, che non richiede il versamento di quote periodiche, fa appello alla generosità degli insigniti, avvalendosi di erogazioni, offerte e contributi che vengono raccolti sia dagli organi centrali sia da quelli periferici.

REALE ORDINE DEL MILIONE DI ELEFANTI E DEL PARASOLE BIANCO

Grande Ufficiale del REALE ORDINE DEL MILIONE DI ELEFANTI E DEL PARASOLE BIANCO (Laos)

L'ORDINE. Durante il ventesimo secolo, il governo reale laotiano sviluppò un sistema premiale caratterizzato da ordini e medaglie sotto l'influenza francese, in seguito al coinvolgimento della Francia in Indocina. Quello del Reale Ordine del Milione di Elefanti e del Parasole Bianco è sicuramente l'ordine dinastico più importante del Regno del Laos, diviso attualmente in cinque classi, secondo lo stile europeo (Gran Croce, Grande Ufficiale, Commendatore, Ufficiale e Cavaliere). L'insegna di quest'ordine primario è composta da tre elefanti in smalto bianco con un copricapo in smalto rosso, sospesi sotto una corona d'oro, a sua volta sormontata da un parasole bianco stilizzato.

LA STORIA. Il Re Fa Ngum (1316 – 1393), è stato uno dei più noti ed importanti sovrani laotiani; fu il fondatore del Regno di Lan Xang, che per lungo tempo avrebbe dominato il medio bacino del Mekong, nel nord dell'Indocina. Tale regno fu il primo Stato unificato della nazione laotiana, fino ad allora divisa in diverse municipalità. Fa Ngum, battezzando il suo regno Lan Xang Hom Khao ("un milione di elefanti ed il parasole bianco"), fece capire a tutti chi era che governava il Paese. D'altronde, in guerra, gli elefanti erano allora gli equivalenti dei moderni carri armati, per cui affermare di essere il "regno di un milione di elefanti" suonava da monito per le nazioni confinanti; il parasole bianco era invece il tradizionale simbolo del potere. Oggi quello del Milione di Elefanti e del Parasole Bianco è il primo ordine del Regno del Laos, sicuramente ispirato al modello della Legion d'Onore; fu creato da Sisavang Vong, re di Luang-Prabang, il 1 ° maggio 1909, dopo l'instaurazione del Protettorato Francese (ma non diventerà mai un ordine coloniale francese!), per riconoscere l'eccezionale servizio militare e civile. Purtroppo nel 1975 l'instaurazione della Repubblica Democratica Popolare del Laos determinò la caduta in disuso delle onorificenze monarchiche e l'istituzione di nuove distinzioni di stile comunista sovietico, buona parte delle quali e' in uso ancora oggi. Nonostante tutto, la famiglia reale in esilio continuerà a riconoscere le proprie onorificenze, che vedono, oltre all'Ordine in oggetto, l'Ordine della Corona Reale (1962) e gli Ordini al Merito Civico (1950), al Merito Agricolo (1950) e dell'Educazione Pubblica (1955).

L'OBIETTIVO. In passato l'ordine è stato ampiamente assegnato a funzionari e militari francesi, compresi quelli che nel 1944 hanno partecipato alla resistenza laotiana contro i giapponesi; ed inoltre ai membri della missione militare francese e del corpo di spedizione francese che hanno partecipato alla guerra laotiana. Oggi viene invece concesso a quei cittadini, laotiani o stranieri, che supportano i diritti civili e lo sviluppo del Laos; ma soprattutto a coloro che sostengono il Governo Reale e la Real Casa in esilio (USA e Francia) e che sono ritenuti particolarmente meritori da SAR il Principe (Anga Sadet Chao Rajadhanadha) Sulinga Varman Savangsa, erede al trono della dinastia Khun Lo e capo indiscusso della Real Casa del Laos.

ORDINE MILITARE DI SAN SEBASTIANO, DETTO DELLA FRECCIA

Commendatore dell'ORDINE MILITARE DI SAN SEBASTIANO, DETTO DELLA FRECCIA (Portogallo)

L'ORDINE. L'Ordine Militare di San Sebastiano, detto della Freccia, è un ordine dinastico di Casa Loulé, fondato nel 1576 dal Re Dom Sebastiano I di Portogallo, devoto al Santo martire, che egli considerava suo patrono. Caduto in disuso, l'Ordine fu restaurato nel 1994 da Dom Alberto Nuno, V Duca di Loulé, che nominò Gran Maestro dell'Ordine il suo terzogenito Dom Felipe ed i suoi discendenti in perpetuo. Il motto dell'Ordine è: "Celsa serena favent" ("I momenti sereni favoriscono le azioni nobili").

LA STORIA. Il Re Sebastiano I aveva chiesto a Papa Pio V una delle frecce con cui era stato martirizzato il Santo, per metterla nella Chiesa che fu costruita sotto il suo patrocinio a Lisbona. Fu il Papa successivo, Gregorio XIII, ad ottemperare alla sua richiesta, inviando in Portogallo l'8 novembre 1573 una freccia imbevuta del sangue del martire. Cinque anni dopo, nel 1578, a 24 anni d'età, Sebastiano I morì in Marocco combattendo i Mori insieme a gran parte del suo esercito, nel disastro di Alcazarquivir.

L'OBIETTIVO. Tra il 1996 ed il 2003 l'Ordine è rimasto inattivo, ma Dom Filipe Alberto Folque de Bragança e Bourbon de Mendóça, Conte di Río Grande, sesto nell'ordine di successione per il trono per la linea Louleiana, lo riattivò il 20 Gennaio 2004, riaffermandone il carattere dinastico;  da allora le insegne dell'Ordine saranno attribuite a civili, militari ed ecclesiastici portoghesi e stranieri per premiarne il merito ed in segno di riconoscimento e distinzione per i loro servizi votati al bene comune ed a quello della sua Casa.

REALE ORDINE DELLE ARTI E DELLE LETTERE DEL LAOS

Commendatore del REALE ORDINE DELLE ARTI E DELLE LETTERE DEL LAOS (Laos)

L'ORDINE. Il Reale Ordine delle Arti e delle Lettere del Laos (Itsarriyaphon Khunnawuthi Haeng Kankasikan) è uno degli ordini di merito del Regno del Laos, assai poco conosciuto al di fuori dell'area del Sud Est Asiatico e di quelle francofone. La caratteristica decorazione presenta il busto di una dea a tre facce in oro su uno sfondo di smalto blu, circondato da una corona dorata, unita nella parte superiore ad una corona reale.

LA STORIA. Esso è stato fondato dal Re Sisavang Vong il 20 Novembre 1950 come un ordine di merito e si divide in tre sole classi: Commendatore, Ufficiale e Cavaliere. Anche se il sistema reale di ordini e medaglie si concluse effettivamente con la caduta del Regno del Laos nel 1975, oggi gli ordini reali, per loro natura, rimangono comunque di proprietà dinastica della Casa Reale del Laos in esilio e continuano ad essere conferiti.

L'OBIETTIVO. Quest'ordine veniva conferito per i servizi meritori nel campo della pubblica istruzione, delle arti e della letteratura laotiana e dell'Indocina; in altri termini si trattava di un sistema premiale correlato al riconoscimento dell'eccellenza nell'educazione all'interno del Regno, tant'è vero che era ed è ancora conosciuto come Ordine al Merito dell'Educazione. Attualmente i conferimenti da parte di SAR il Principe Sulinga Varman Savangsa avvengono ancora per gli stessi motivi, ma sono tesi a premiare in particolare tutti coloro che si distinguono nel mondo per far conoscere le caratteristiche, le prerogative e le peculiarità dell'arte e della cultura laotiana.

ORDINE DEI SANTI MAURIZIO E LAZZARO

Ufficiale dell'ORDINE DEI SANTI MAURIZIO E LAZZARO (Italia)

L'ORDINE. L'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (detto anche Ordine Mauriziano) è un ordine cavalleresco di Casa Savoia nato dalla fusione dell'Ordine Cavalleresco e Religioso di San Maurizio e dell'Ordine per l'Assistenza ai Lebbrosi di San Lazzaro. Per antica consuetudine, l'insignito del cavalierato gode della nobiltà personale.

LA STORIA. L'ordine più antico, quello di San Lazzaro, fu fondato come ordine militare religioso al tempo del Regno Latino di Gerusalemme verso l'anno 1090. L'ordine era concepito per la cura dei lebbrosi, e molti suoi membri erano lebbrosi guariti divenuti cavalieri. Con la caduta di Acri nel 1291 i cavalieri di San Lazzaro lasciarono la Terra Santa e l'Egitto per trasferirsi prima in Francia, e poi, nel 1311, a Napoli. L'Ordine di San Maurizio, invece, venne fondato a Ripaglia nel 1434 da Amedeo VIII di Savoia, in seguito divenuto l'antipapa Felice V. Si trattava, però, più di una confraternita religiosa che di un vero e proprio ordine cavalleresco. Tanto che alla morte di Amedeo VIII di Savoia esso cessò di fatto di esistere. Nel 1571 Giannetto Castiglioni, gran maestro dell'ordine di San Lazzaro, aveva spontaneamente rinunciato alla carica a favore del duca Emanuele Filiberto di Savoia. Questi aveva aperto trattative col pontefice Gregorio XIII per ottenere la riunione dell'ordine di San Lazzaro, con quello già confermato di San Maurizio. Il papa, con bolla del 13 novembre 1572, nominò gran maestro lo stesso duca e i suoi successori in perpetuo. Il duca ne notificò l'organizzazione ai suoi sudditi il 22 gennaio 1573 tramite magistrali patenti.

L'OBIETTIVO. L'Ordine cavalleresco dei Santi Maurizio e Lazzaro, di cui è Gran Maestro il Principe di Napoli SAR Vittorio Emanuele di Savoia è diventato un'associazione senza fini di lucro, a scopo benefico, come la grande maggioranza degli Ordini cavallereschi. Agli aspiranti cavalieri sono, per statuto, richieste le doti di onestà, fedeltà, comprensione, generosità e perdono. L'accesso all'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro è riservato a tutti i membri della nobiltà italiana ed europea, oltre a coloro i quali, esentati con decreto magistrale, facciano parte del mondo delle scienze, dell'arte, della letteratura, dell'industria e degli affari, col presupposto che godano di ottima reputazione tra i loro pari e che condividano come obiettivo le finalità umanitarie dell'ordine stesso.

ORDINE REALE E MILITARE DI SAN MICHELE DELL'ALA

Cavaliere "iure sanguinis" dell'ORDINE REALE E MILITARE DI SAN MICHELE DELL'ALA (Portogallo)

L'ORDINE. Il Real e Militar Ordem de São Miguel da Ala è il più antico ordine cavalleresco portoghese fondato da Alfonso I Henriques, re di Portogallo, per celebrare la liberazione della città di Santarém dai Mori, avvenuta il giorno di San Michele Arcangelo, e cioè l’8 Maggio dell’anno di grazia 1147.

LA STORIA. La leggenda narra della preghiera fatta del monarca portoghese, grande guerriero ma anche grande uomo di fede, all’Arcangelo San Michele, affinchè potesse vincere Albarech, re moro di Siviglia, che assediava in quegli anni Santarém. Il re fu esaudito e per gratitudine volle istituire l’Ordine denominato “dell’Ala di San Michele”. Secondo la leggenda, infatti, il re vide in cielo, durante la battaglia, una sola grande ala che copriva interamente l’Arcangelo, lasciando libera una mano armata di spada. Secondo un’altra versione, altrettanto accreditata e che in ogni caso si discosta di poco dalla prima, l’Arcangelo Michele sarebbe apparso a tutti i guerrieri cristiani sotto forma di un braccio armato e alato, aiutandoli a sconfiggere i Mori, proprio nel momento in cui le sorti della battaglia sembravano essere favorevoli a quest’ultimi.

L'OBIETTIVO. L'obiettivo principale dell’attuale Ordine è innanzitutto la difesa della fede cattolica, apostolica, espressa dalla Santa Chiesa di Roma; vi è poi la difesa del Re e del patrimonio tradizionale portoghese in tutti i suoi aspetti, vale a dire, la cultura portoghese con i suoi valori tradizionali e cristiani; ed infine la diffusione della devozione a San Michele Arcangelo in Portogallo e nel mondo, acclamato come Angelo della Pace ed Angelo custode della nazione (Angelo del Portogallo). In Portogallo l’azione dell’Ordine è rivolta principalmente alla formazione delle nuove generazioni, in modo che sappiano mantenere un modo di essere nella vita basato sui principi della religione cattolica romana, della morale cristiana, dell’onore, della lealtà e della tradizione portoghese (onore, lealtà, umiltà, disinteresse, generosità, condivisione ed aiuto del prossimo).

REALE ORDINE AL MERITO CIVILE DEL LAOS

Cavaliere del REALE ORDINE AL MERITO CIVILE DEL LAOS (Laos)

L'ORDINE. Il Reale Ordine al Merito Civile del Laos è stato istituito il 20 novembre 1950 ai sensi del Regio Decreto n° 186 da HM Sisavang Phoulivong, Re del Laos; molto poco conosciuta in Italia, questa onorificenza è assai più diffusa nei paesi del sud-est asiatico e nei paesi di lingua francese.

LA STORIA. L' Ordine fu istituito il 20 novembre 1950 ai sensi del Regio Decreto n° 186 da HM Sisavang Phoulivong, Re del Laos. Oggi viene concesso da SAR il Principe (Anga Sadet Chao Rajadhanadha) Sulinga Varman Savangsa, che è l'attuale capo della Real Casa del Laos; lo è diventato alla presunta morte di suo nonno nel marzo 1980. Sulla medaglia d'argento del cavaliere è raffigurata Hanuman, che tiene in mano una spada su uno sfondo di smalto rosso; essa è circondata da un fregio di piccole protuberanze che la collega ad una corona reale. Hanuman, che nell'epica del ramayana è il mitico re delle scimmie, è colui che aiuta il Signore Rama a liberate la moglie Sita, tenuta prigioniera a Lanka da Ravana, re dei Raksasas (demoni che importunano gli asceti nelle foreste). Si tratta ovviamente di epica indiana, che è però patrimonio comune a tutti i Paesi del Sud-Est asiatico.

L'OBIETTIVO. L'Ordine viene oggi è concesso in tre classi (commendatore, ufficiale e cavaliere) per premiare servizi meritori e coraggiosi di funzionari civili e di ufficiali militari, ma viene concesso anche a cittadini stranieri che supportano i diritti civili e lo sviluppo del Laos, ritenuti particolarmente meritori da SAR il Principe Sulinga Varman Savangsa, capo della Real Casa.

SIGNORIA DI SAN MIGUEL DE SANTAREM

Signore di SAN MIGUEL de SANTAREM (Portogallo)

L'ORDINE. Il Real Ordem de São Miguel da Ala è stato fondato dal primo Re del Portogallo Dom Alfonso Henriques nell'anno di grazia 1147 dopo l'epica ed eroica Battaglia di Santarém, che permise di sconfiggere e scacciare i Mori.

LA STORIA. Inizialmente la Signoria fondiaria, nel sistema feudale medievale, era l'autorità di un vassallo, di un valvassore o di un valvassino sul proprio feudo. Si tratta di una particolare forma di governo di tipo monarchico-assolutistico, a carattere vitalizio e per lo più ereditario, che si ebbe in molte città italiane a partire dalla fine del secolo XIII in seguito alla crisi e al tramonto delle istituzioni comunali, caratterizzata dal potere assoluto di un signore che rimaneva in carica a vita e tramandava il titolo ai figli. Successivamente la Signoria si è tramutata in un titolo di rispetto con cui ci si rivolgeva un tempo a signori feudali, alti funzionari o a persone autorevoli (grandi magistrati), o comunque appartenenti ad una classe sociale elevata, termine che ancor oggi viene usato nel linguaggio burocratico.

LA SIGNORIA. Oggi la Signoria è solo un titolo onorifico che un Principe od un Re, che ha la "fons honorum" per farlo, concede a cavalieri che gli hanno dimostrato amicizia e fedeltà, per premiare i meriti acquisiti nei suoi confronti e riconoscerne il valore e le virtù. La Signoria di San Michele di Santarém ("Senhor de São Miguel de Santarém") è un titolo nobiliare ereditario che viene concesso esclusivamente dal Gran Maestro dell'Ordine S.A.R. Dom Pedro José de Mendoça Bragança e Bourbon, Duca di Loulé e Capo della Real Casa del Portogallo. Tale concessione comporta l'iscrizione nel Libro del Consiglio della Nobiltà portoghese e la possibilità dell'uso dello stemma corrispondente, che è quello rappresentato nell'immagine.

ACCADEMIA DI MARINA DEL SOVRANO MILITARE ORDINE DEI CAVALIERI DI S. STEFANO PAPA E MARTIRE

Accademico Corrispondente dell'ACCADEMIA DI MARINA DEL SOVRANO MILITARE ORDINE DEI CAVALIERI DI S. STEFANO PAPA E MARTIRE (Italia)

L’ORDINE. Il Sovrano Militare Ordine di Santo Stefano Papa e Martire venne fondato nel 1516 da Cosimo I de' Medici, Granduca di Toscana, proponendosi gli obiettivi della salvaguardia della fede e la lotta agli Ottomani e alla pirateria barbaresca, che allora infestava il Mediterraneo, soprattutto nel Tirreno, dove Cosimo aveva istituito il nuovo porto di Livorno. Fu papa Pio IV che legittimò l'Ordine con la bolla solenne "His quae" del 1° Febbraio 1562. L'Ordine, che seguiva la regola benedettina, veniva assegnato in Magistero alla casa Granducale di Toscana, con Cosimo I come primo Gran Maestro. La prima sede dell'Ordine venne stabilita a Portoferraio, sull'isola d'Elba, ma dopo qualche anno venne trasferita definitivamente a Pisa, nella piazza che oggi porta il loro nome, dove Cosimo I fece edificare da Giorgio Vasari, il suo architetto di fiducia, la Chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri. Originariamente esso era suddiviso in due categorie, i militi e i sacerdoti, cui si affiancavano i serventi (d'arme e di stallo); ieri, come oggi, l'accesso era riservato solo a coloro che potevano dimostrare di possedere quattro quarti di nobiltà (cioè nobiltà di tutti i nonni materni e paterni, "nobiltà generosa" di 200 anni ciascuna). I Cavalieri erano soggetti ai tre voti di castità, carità ed obbedienza ("professione stefaniana"), dai quali potevano comunque essere dispensati dal Gran Maestro. L'emblema dell'Ordine è una croce rossa di Malta (nota anche come "Croce delle Otto Beatitudini" o “croce rossa ottagona”), bordata di oro in campo bianco, accantonata da gigli in oro; essa fu concessa all’Ordine nel 1562 da papa Pio IV in sede di approvazione degli Statuti. Attualmente l'Ordine di Santo Stefano conta circa 70 cavalieri nei vari ranghi e ne è Gran Maestro Sigismondo d'Asburgo-Lorena, pro-pronipote di Ferdinando IV, Capo della Casa granducale di Toscana; canonicamente si configura come un'associazione pubblica di fedeli di fondazione pontificia. Relativamente alla Legge 178/51, l'Ordine è riconosciuto dallo Stato Italiano come "ordine dinastico non nazionale", è legittimamente conferibile ed il suo uso sul territorio italiano è autorizzabile dal Ministero degli Esteri su domanda dell’interessato.

LA STORIA. L'Ordine si distinse nel corso della sua esistenza per numerose campagne militari di successo, che gli storici identificano in tre fasi. Nella prima, cominciata verso il 1570, i Cavalieri si schierarono al fianco della Spagna nella lotta contro l'invasione ottomana, nella difesa di Malta (1565) e nella battaglia di Lepanto (1571), contribuendo con dodici galee alla forza navale schierata dalla Lega Santa, insieme ai Cavalieri di Malta. Nella seconda fase, essi si distinsero nella lotta contro i pirati turchi e barbareschi che infestavano il Mediterraneo; parteciparono ad alcune spedizioni sulle isole del Mar Egeo, alle campagne di Dalmazia e di Negroponte ed alla Guerra di Corfù. La terza fase, iniziata attorno al 1640, vide una progressiva riduzione delle attività belliche a favore di una maggiore opera di rappresentanza e di difesa delle coste. L'ultima azione militare risale al 1719, dopodichè l'Ordine cominciò ad essere modificato. Fu il granduca Pietro Leopoldo alla fine del XVII secolo ad attuare una riforma dell'ordine, modificandone lo statuto e trasformandolo da un ordine militaresco ad uno di formazione per la futura classe dirigente toscana.

L’ACCADEMIA. Il 3 Febbraio 1983, nel palazzo del Consiglio dei Dodici dell’Ordine di S. Stefano, si costituiva l’Accademia di Marina del Sacro Militare Ordine dei Cavalieri di S. Stefano; essa, in coordinamento con l’Istituzione dei Cavalieri, Ente sotto l’Alto Patrocinio del Presidente della Repubblica, ha lo scopo di perpetuare le tradizioni e la storia della Marina di S. Stefano (secoli XVI-XIX) e di promuovere e sostenere la conoscenza della Marineria Italiana ed, in particolare, della Marina Militare Italiana. La categoria degli Accademici Corrispondenti accoglie i discendenti delle Famiglie che sono appartenute all’antico Ordine, da cui l’Accademia prende il nome, ma anche coloro che intendono cooperare a mantenere viso il ricordo e le tradizioni della Marina Stefaniana.

 

NOBILE COMPAGNIA DEI CAVALIERI BALESTRIERI DI SAN FILIPPO E SAN GIACOMO

Ballestero de Hermandad de la NOBLE COMPAÑIA DE BALLESTEROS HIJOSDALGO DE SAN FELIPE Y SANTIAGO (Spagna)

L'ASSOCIAZIONE. La Noble Compañia de Ballesteros Hijosdalgo de San Felipe y Santiago è un'antica confraternita militare, che è stata recentemente modernizzata con la sua registrazione ufficiale al Governo di Rioja nel 1999 ed il cui statuto è stato rivisto nell'aprile 2004. Protettore reale e capo onorario della Compagnia è Sua Maestà il Re di Spagna Juan Carlos I. Esistono due classi di appartenenza a questa Compagnia, attualmente riconosciuta come corpo nobiliare nel Regno di Spagna e che riconosce ai propri membri una nobiltà trasmissibile: "Ballestero de Plaza" e "Ballestero de Hermandad"; la prima classe è riservata ai residenti della Rioja e dei suoi dintorni, mentre la seconda è riservata a tutti gli altri. Come previsto già dagli statuti del XIV secolo, i suoi membri devono: - essere maschi cattolici romani; - possedere nobiltà nella linea maschile od una nobiltà personale di gentilezza; - avere almeno 20 anni; - se sposati, essere validamente sposati secondo le leggi della Chiesa cattolica con una donna di buona educazione; - essere armigeri (e con le armi debitamente registrate in Spagna); - pagare la tassa amministrativa dopo la decisione positiva della cancelleria.

LA STORIA. La Nobile Compagnia dei Cavalieri Balestrieri di San Filippo e San Giacomo è una corporazione nobile spagnola fondata nel XIV secolo. Nel 1300 la città di Alfaro, con la sua potente fortezza, situata di fronte a Castilla, e le sue terre, erano di proprietà del Regno di Navarra. Alfaro fu attaccato dalle truppe del pretendente Don Enrique de Trastamara nel 1367, dall'infante Don Giovanni di Castiglia nel 1378 e da Pedro Fernández de Velasco nel 1430, amministratore delegato di Don Juan II di Castiglia; in tutti e tre i casi il castello rimase in piedi, ma nella prima e nella terza occasione la città fu bruciata dai castigliani. In quel periodo fu creata ed addestrata una compagnia di balestrieri, i cui privilegi furono riconosciuti e confermati dalle corti di Castiglia. I balestrieri erano nobili ed erano sposati con dame di pari rango; appartenere alla Compagnia costituiva, allora come ora, una sicura prova di nobiltà. La balestra, come arma militare e da caccia, era già conosciuta dagli antichi romani, ma solo nell'XI secolo raggiunse un posto preminente tra le armi dei popoli europei (si consideri la sua importanza nella Guerra dei Cent'anni), anche per l'uso che se ne faceva durante la caccia alla selvaggina.

GLI OBIETTIVI. Oggi la Nobile Compagnia, sotto il comando del suo Presidente-Alcaide Don Alfonso Ceballos-Escalera y Gila, Marchese de La Floresta, antico luogotenente comandante della Royal Navy spagnola, mantiene la tradizione militare e tutti i membri sono obbligati ad acquisire abilità sufficienti per gestire la propria arma ogni volta che si incontrano per pregare. L'appartenenza a questa confraternita militare è sempre stata considerata un "atto di nobiltà positivo", creando o confermando i Cavalieri Balestrieri come "hidalgos" con "nobiltà di sangue e armi". In virtù della loro ammissione, i membri ricevono il "Don" onorifico per sé e per i loro discendenti maschi, i quali erediteranno e trasmetteranno lo stemma; le mogli dei membri e le loro discendenti femminili sono invece indicate con il termine di "Doña".

UNIONE DELLA NOBILTA' D'ITALIA

Socio Ordinario dell'UNIONE DELLA NOBILTA' D'ITALIA (Italia)

L'UNIONE. L'Unione della Nobiltà d'Italia (UNI) nasce nel 1988 staccandosi dal Corpo della Nobiltà Italiana, rispetto al quale ha criteri di ammissione più ampi ed adatti all’idea di una nobiltà aperta. L'Unione, diretta dal Principe Alberto Giovannelli e che ha come Segretario il Conte Salvatore Olivari de la Moneda, non ha mai svolto una visibile attività sociale ed ancor oggi ha una scarsissima visibilità mediatica; non è pertanto da confondere con l'UNI del Barone Ettore Galelli Benso, nata a Torino nel 2014 e che invece è facilmente riscontrabile su internet attraverso un proprio sito web.

LA STORIA. A causa di dissapori nell'ambito del Corpo della Nobiltà Italiana (CNI), il Principe Don Alberto Giovannelli, Crisforo Biandrà dei Conti di Reaglie, Domenico Cavazzoni Pederzini, Ulrico de Portis de’ Schiavoni e Pier Felice degli Uberti, quasi tutti precedentemente membri del suo Circolo Giovanile, il 14 febbraio 1986 fondano a Milano l'Unione della Nobiltà d'Italia. Due anni dopo, e per la precisione il 10 ottobre 1988, con numero di registro 2710 presso il notaio romano Augusto Paulillo, il Principe Giovannelli darà vita a Roma all'Unione della Nobiltà d'Italia (UNI), a causa di contrasti insorti in quell'anno nell'ambito del Consiglio Direttivo; tale Unione avrà sede a Clusone (BG) ed è diretta ancor oggi dal Principe stesso come Presidente. L'Unione della Nobiltà d'Italia di cui sopra invece, costola del CNI, si trasformerà nel 2003 in Famiglie Storiche d'Italia.

L'OBIETTIVO. “L’Unione con i suoi organi - affermò il Principe Giovannelli all'atto della sua nascita - deve tutelare i nobili associati, con l’accertamento, la salvaguardia e la certificazione dei loro diritti storici”. Attualmente l'UNI è composta sia da persone iscritte negli elenchi ufficiali del Regno d’Italia, sia da persone con nobiltà provata in ordini cavallereschi od in stati stranieri, poichè considera la nobiltà odierna come un fenomeno internazionale che deve stare al passo con i tempi.

CONSELHO DE NOBREZA DE PORTUGAL

Membro del CONSELHO DE NOBREZA (Portogallo)

L'ASSOCIAZIONE. Il Conselho da Nobreza è il Consiglio di Nobiltà del Regno del Portogallo; nell'ambito della Repubblica portoghese esso è registrato come una società con la forma giuridica di associazione (ASS), la quale svolge un'attività di tipo culturale. Fondata il 12 agosto 2003 dal Marchese Nuno da Câmara Pereira, ha ormai 18 anni di vita ed ha sede nel quartiere di Carnide a Lisbona; questi, oltre ad esserne il fondatore, risulta esserne ancor oggi il Presidente.

LA STORIA. Il Conselho da Nobreza fu creato nel 1946 dall'allora sedicente pretendente al trono del Regno del Portogallo, Duarte Nuno de Bragança, quand'ancora era in esilio, ed al suo interno prevedeva quattro commissioni: Genealogia, Araldica, Verifica dei titoli e diritti nobiliari e Servizi e disservizi. A partire dagli anni '80 Duarte Pio, figlio di Duarte Nuno, ritenendosi il legittimo pretendente al trono in barba al diritto dinastico ed alle norme consuetudinarie dello stesso, assunse per se stesso la prerogativa di concedere titoli nobiliari, confermando alcuni vecchi titoli (anche se il permesso di usare le armi ricevuto da un re non aveva certo alcuna necessità di conferma da parte di chi re non era...) ed assegnandone di nuovi. Questo generò non poche controversie, per cui Duarte Pio agli inizi del terzo millennio prese la decisione di estinguere il Consiglio per la Nobiltà per sostituirlo con l'Istituto Portoghese per la Nobiltà (Instituto da Nobreza Portuguesa). Quest'ultimo organismo, essendo fondato da lui nel 2004, poteva infatti consentirgli maggior maneggevolezza; tanto più che l'allora presidente del PPM (Partido Popular Monárquico) e parlamentare portoghese Nuno da Câmara Pereira, non riconoscendo la pretendenza al trono di Duarte Pio ed entrando con lui in dissidio, l'anno precedente aveva deciso di fondare e di registrare un'associazione culturale con lo stesso identico nome, la quale faceva riferimento al legittimo pretendente al trono portoghese, e cioè SAR Dom Pedro José de Mendoça Bragança e Bourbon, discendente diretto di Ana de Jesus Bragança (1806 - 1857), Infanta ultimogenita di Giovanni VI di Portogallo e di sua moglie Carlotta Gioacchina di Borbone-Spagna, nonchè moglie di Nuno José Severo de Mendonça Rolim de Moura Barreto, Marchese di Loulé e Conte di Vale de Reis, futuro Duca di Loulè e più volte primo ministro del Portogallo.

L'OBIETTIVO. L'obiettivo del Consiglio di Nobiltà portoghese è soprattutto quello di promuovere la conservazione e la diffusione del patrimonio culturale immateriale portoghese, in particolare del patrimonio onorifico lusitano. Tale organismo raramente concede nuovi titoli nobiliari, mentre più spesso conferma i vecchi titoli e soprattutto registra le nuove concessioni di nobiltà personale e di nobiltà ereditaria che discendendono dalle investiture di cittadini portoghesi e stranieri negli ordini dinastici che fanno capo a SAR Dom Pedro, capo della Real Casa del Portogallo. Ovviamente si tratta di titoli meramente onorifici, non riconosciuti dalle leggi repubblicane, i quali hanno senso solo per chi crede ed accetta la legittima causa monarchica del Regno del Portogallo.

Medaglia di merito con nastro azzurro del VENERABILE ORDINE PATRIARCALE DI SANT'IGNAZIO D'ANTIOCHIA

Medaglia di merito con nastro azzurro del VENERABILE ORDINE PATRIARCALE DI SANT'IGNAZIO D'ANTIOCHIA (Libano)

L'ORDINE. Il Venerabile Ordine Patriarcale di Sant'Ignazio d'Antiochia è un Ordine di merito della Chiesa cattolica antiochena siriaca, istituito nel 1985 dal Patriarca Mor Ignazio Antonio II Hayek, che si inserisce a pieno titolo nel patrimonio della Chiesa Cattolica universale e che è posto sotto il celeste patronato del Santo Vescovo Ignazio di Antiochia, che nell’anno 107 affrontò il martirio "ad bestias" nell’anfiteatro Flavio. Si tratta di un'istituzione con una precisa missione: la glorificazione della S. Croce, la propagazione della fede cattolica ed il sostegno della Santa Chiesa nel Patriarcato Antiocheno dei Siri, che estende la sua autorità spirituale sul vastissimo territorio dell’antica provincia romana imperiale di Siria, dal Bosforo al Golfo Persico.

LA MEDAGLIA. Il Gran Maestro dell'Ordine Sua Beatitudine Ignatius Youssif III Younan, Patriarca dei siri-cattolici d'Antiochia, può conferire due tipi diversi di Medaglie di Merito:

- la Medaglia di merito con nastro rosso;

- la Medaglia di merito con nastro azzurro.

L'OBIETTIVO. Le Medaglie di merito conferite dal Gran Maestro del Venerabile Ordine Patriarcale di Sant'Ignazio d'Antiochia costituiscono un riconoscimento "per il contributo offerto a sollievo delle sofferenze dei fratelli cristiani d'oriente". Coloro che ne vengono insigniti sono coloro che hanno in qualche modo contribuito alla promozione della pace religiosa e dell'intesa civile fra le popolazioni dell'Oriente, prestato soccorso nella difesa dalla violenza, operato per la conservazione e la propagazione della Fede in Terra Santa e in tutto l'Oriente, oppure ancora aiutato le attività del Patriarcato antiocheno dei Siri, sovvenendone le scuole, i seminari, i monasteri, le istituzioni culturali, le attività d'apostolato sociale e religioso e le attività assistenziali ospedaliere e caritatevoli.

Croce al merito di 2° grado della CROCE ROSSA SAMMARINESE

Croce al merito di 2° grado della CROCE ROSSA SAMMARINESE (Repubblica di San Marino)

L'ASSOCIAZIONE. Il 19 ottobre 1950 il Comitato Internazionale della Croce Rossa riconosce l'Associazione Sammarinese che due anni dopo, il 24 luglio 1952, è riconosciuta anche dalla Lega delle Società di Croce Rossa. La Legge che approva lo statuto della "Associazione della Croce Rossa Sammarinese", accorda alla stessa la personalità giuridica e stabilisce la protezione dell'emblema, del nome e dei distintivi della Croce Rossa.

LA MEDAGLIA. Il Consiglio Direttivo della Croce Rossa Sammarinese può conferire due tipi diversi di Croce al Merito:

- 1° grado (oro);

- 2° grado (argento).

L'OBIETTIVO. Lo statuto della Croce Rossa della Repubblica di San Marino riconosce la Croce al Merito a persone che abbiano elargito straordinari aiuti finanziari o che si siano distinte per eccezionali opere morali a favore della Croce Rossa Sammarinese. Nel caso in esame il conferimento è avvenuto poichè "si adoperava in favore dell'umano bisogno in modo disinteressato, nel mese di agosto 2018, con esemplare generosità e senso di responsabilità alla raccolta e gestione di vestiario, masserizie e materiale ospedaliero destinato alla popolazione di Srbac (Bosnia e Erzegovina), improntando il proprio eccezionale comportamento alla massima affidabilità, mostrando saldezza morale nelle situazioni critiche verificatesi, dando la possibilità al personale della Croce Rossa di operare attivamente, ottenendo un'unanime considerazione".